21 ottobre 2006

Barreiro, Alcatraz, Ribeira, Figueira, Pedro Vaz, Cascabulho, Morro, Morrinho....mamma mia quanti posti...Keiva, Gracelin, Nunu, Deucelina, Jasinto, Beju...e quanti nomi, quante facce che abbiamo visto e rivisto in questa seconda settimana di lavoro...a dire il vero ora siamo alla fine della nostra prima, vera, intera settimana da “bambini”...infatti ci siamo riusciti, abbiamo provato a rendere attivi tutti i nostri calcoli e incastri per poter incontrare tutti i bimbi. E allora questi giorni sono stati davvero intensi...vi avevamo lasciato con i mille dubbi riguardo al primo intervento alla scuola materna...ora in questi 4 giorni trascorsi abbiamo provato ad aggiustare il tiro...e le risposte sono meravigliose. Tantissime reazioni diverse al nostro arrivo nelle aule, reazioni dei piccoli e reazioni nostre che ogni volta ci meravigliamo del posto in cui siamo. Ogni mattina ci rendiamo conto di essere qui per qualcuno, riconosciuti dai più grandi e nuova scoperta per i più piccoli. Scoperta faticosa, sempre, come ogni scoperta che si possa definire tale. Faticosa perchè noi arriviamo con il nostro super pullmino ed entriamo nei loro spazi, nel loro mondo...proviamo ad entrarci in punta di piedi, ma finiamo quasi sempre con il fare un “gran baccano”...speriamo in senso positivo e costruttivo...ma perdonatemi, voi che state leggendo...mi sono lasciata prendere dai pensieri...ecco, dicevo, scuola materna...stiamo provando a prendere un po’ meglio la mira con queste piccole donne e piccoli uomini che sanno già benissimo cosa gli va di fare e cosa invece temono o non amano...e dovete sapere che le nostre palline di spugna colorata sono spessissimo le protagoniste...protagoniste insieme ai bambini naturalmente, palline da toccare, da annusare, da far rotolare con il naso e sotto i piedi, qualche volta pure palline da assaggiare...già qualche morso lo sperimentano pure qui...è il bello della scoperta, giusto? E quindi, come forse state tentando di capire, i nostri interventi alla scuola materna sono impostati (parola non proprio felice...) sul dare loro la possibilità di sperimentarsi in un modo nuovo. Sperimentare i movimenti, giocare con tante parti del corpo diverse, entrare in relazione con se stessi, con lo spazio e con gli altri in un modo speciale. Sento davvero come tutto questo sia difficile, per noi e per me, perchè l’esperienza è poca e le attenzioni devono essere tantissime...dal bimbo più piccolo che proprio di giocare con noi non ne vuole sapere, a quella più grande che avrebbe voglia di ricevere tutte le nostre cure e anche di più, allo spazio che frequentiamo, alla maestra che ci osserva e anche lei prova a guardare, con gli occhi di chi questo mondo lo conosce bene, ciò che facciamo con i “suoi allievi”...noi, per fare del nostro meglio, cerchiamo di comunicare con tutti i canali che ci sono disponibili, con tutta la nostra fantasia creativa, con tutta la libertà di poterci dire “ma che diavolo stiamo combinando?!”...e allora, per tutto ciò, è bellissimo e faticoso anche per noi che ci sperimentiamo in questa nuova vita. Le foto provano a mostrarvi anche questo...io, quando guardo quel girotondo, mi chiedo sempre come mai siamo “così grandi, così goffe e così bianche”...è tutto un vedersi con occhi nuovi, vedere al mattino ciò che si è sempre guardato la sera...

E poi c’è il resto...e non chiamamolo solo così perchè significa togliergli tutta l’importanza, la carica, l’energia e le risate che ci consegna ogni giorno. Gli interventi con le elementari, questa settimana svolti principalmente il pomeriggio, sono davvero sempre uno scossone, un’onda da oceano, un boato, un grido nuovo. E nel frattempo...la mia voce se ne va e la sera divento silenziosissima (per chi mi conosce bene, sa quanta fatica mi costi...). la mia voce se ne va, ma ne abbiamo poi sempre a sufficienza per esordire e concludere con quelle danze che li fanno tanto ridere, danze che fanno ridere pure noi, che ci caricano, che ci legano...e dopo le danze, tanti giochi, davanti a quel pezzo di paese che ci osserva. Giochi per riuscire ad imparare i loro nomi (che splendido ricordarsene qualcuno quando li si saluta), giochi per vederli correre in tutte le direzioni, giochi per essere un gruppo, giochi per farsi amici...e se la settimana scorsa vi avevamo già scritto che ci sentivamo per questi bambini un punto di riferimento (nonostante questa frase mi continui a scatenare tanti pensieri e tante domande), oggi posso dire che questi bimbi sono diventati importanti per me, per noi credo...e se anche noi non saremo i loro punti di riferimento, non è questo che cerchiamo, loro stanno diventando la nostra priorità, il motivo per cui è meraviglioso perdere anche la voce. Grazie quindi di nuovo a voi che ci conoscete e a voi che magari ci scoprite oggi e che vi lascerete trasportare in questa avventura.

Alice

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

mitica

17:25  

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