11 febbraio 2007

Dopo alcuni giorni di interruzione di internet e soprattutto dopo la tragedia di Sal, rieccoci.
Ne approfitto per tranquillizare tutti sulla situazione a Maio, assolutamente tranquilla e profondamente diversa da quella di Sal.
Rolli.

Ecco un blog pronto da diversi giorni.

Amato popolo di lettrici e lettori,
arrivata al mio turno di blog sento il desiderio di fare un passo indietro di qualche giorno e tornare al 2 febbraio, giorno della festa patronale di Alcatraz e Pilao Cao…un tuffo nella Maio “altra”, quella che viviamo con gli occhi dello stupore e della sorpresa, di chi cerca bramosamente umanità viva, colori, suoni, profumi e li custodisce gelosamente nel cassetto delle meraviglie. Dunque un passo indietro…venerdì, giorno in assoluto più impegnativo e stratificato, giorno che impone alle nostre incerte testoline repentine svestizioni di ruoli…lasciamo i grandi di Vila del mattino ormai campioni di bandierina e delle sue molteplici strategie- finte-controfinte, pronte per presentarci ai piccoli del jardim ovvero il “nostro” asilo (ma quanta poesia in meno in un’unica, striminzita parola!). Inaspettatamente l’incontro salta, causa prolungata malattia della maestra…e così, ormai pronte a cavalcare l’imprevisto come detta la quotidianità maiense, approfittiamo per condividere la programmazione della settimana successiva con Telce e Marlène autoinvitandoci nella casa della gioventù. Nome per qualcuno (certo per me) alquanto sinistro, luogo tutto sommato accogliente, a parte che nel maldestro tentativo di aprire l’unica finestra rischio di far crollare un’ instabile tenda! Le novità da comunicare sono molte, i nostri giovani colleghi ci ascoltano attenti e sorridono quando mimiamo gli esempi dei giochi (siamo finalmente pronte per bola prisão!!), dopo un’oretta li salutiamo e ci diamo appuntamento per il pomeriggio al polivalente, alla volta dei piccoli…e così dopo le due ore elettrizzanti che trascorriamo coi bimbi di prima, seconda e terza elementare partiamo emozionate alla volta di Alcatraz, guidate dal nostro fido scudiero Rolli che ci conduce sicuro verso l’estremità dell’ isola. Giunte appena al limite di Vila carichiamo i primi passeggeri, già il carro si veste a festa e il viaggio trascorre tra immaginari fantastici di musica, cibo e danze. Arrivate a Pilao Cao scorgiamo le prime avvisaglie di solennità, bandiere a colorare la via del paese, gente vestita a festa, donne intente a preparare tavolini con bottiglie di ogni tipo, al centro della via un tavolo con tamburo e spettacolare conchiglia che qualche bimbo affronta con coraggio…in alto sventola la bandiera bianca-simbolo di purezza- accanto al piccolo stendardo del Cristo Rei. Lasciamo i nostri giovani autostoppisti e ci dirigiamo sicuri verso Alcatraz, a un Kilometro di sconnessa distanza…ignari stranieri in terra straniera, in cerca di una festa che è tutta nella nostra testa e che non ci accorgiamo di abbandonare! Presto ci rendiamo conto della nostra ingenuità…quest’ anno la festa è tutta di Pilao Cao, secondaria costola di Alcatraz in odore di rivincita e così, dopo aver adeguatamente obbedito ai solenni doveri di tassisti, torniamo un po’ titubanti sui nostri passi e ci avventuriamo nel cuore del santo patrono.
L’ accoglienza è a dir poco travolgente, dopo solo pochi passi, infatti, veniamo invitate da alcune vecchine nella balera principale! Non ci pare il vero e, ignare di ciò che ci aspetta, ci avventuriamo seguite da un Rolli che se la ride beatamente…subito travolte dalla musica e dal calore di donne meravigliose veniamo trascinate nel ballo frenetico e rigorosamente a due da cui cerco di sottrarmi inutilmente, per nulla sostenuta dalle mie compagnere che già perdo nonostante lo spazio si limiti a una stanza poco più grande di un salottino nostrano! Chi mi conosce sa bene quanto l’esperienza si sia rivelata improba per le mie ben note doti di rockettara…non a caso abbandono presto cavalieri insistenti e fuggo all’ esterno per godermi le facce stanche ma divertite di Chiara e Marianna, ormai preda di vecchiette agilissime e giovani scalpitanti, ma soprattutto fotografo ogni singolo movimento, angolo, profumo della via festante. Presto si fa buio, riusciamo però a scorgere abiti cerimoniosi che immaginiamo essere passati di generazione in generazione, salutiamo tutti raccogliendo la preziosa rendita di Silvia Alice e Franci che qui hanno lavorato lasciando evidenti solchi di affetto…tutto a un tratto si accendono griglie, si raduna un folto gruppo di donne e uomini che ballano, suona la possente conchiglia, tutto d’incanto si fa magia e spettacolo semplice e vero…anche per noi che sentiamo scivolare la sensazione di essere “altro” e che gustiamo con gratitudine la semplicità del cibo, il trascorrere del tempo, la preziosità del momento…noi a Pilao Cao, noi alla festa del patrono, noi nel cuore di quest’ isola che ci lascia ogni volta qualcosa di sé e a cui noi cediamo con umiltà un pezzetto di cuore…grati, infinitamente riconoscenti di tanta inaspettata diversità.
A voi tutti che chiudete gli occhi e ci siete vicini
Un abbraccio di cuore
Anna

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Ragazze!!! Vi vedo... Pilao Cao, le vecchiette, i balli, la "discoteca", i profumi, i ragazzi, gli spiedini, QUELLA musica....
Mamma mia... CHE INVIDIA!!!!

Ps: ma... e la maglietta azzurra???

19:30  

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