11 marzo 2007




Amato popolo di lettrici e lettori,


scrivo per voi tutti la sera di questo indimenticabile otto marzo, dia international de mulheres, festa di noi tutte meravigliose donne del mondo.


Aspettavo da giorni con ansia questa giornata, un po’ per soddisfare la mia parte militonta che si riaffaccia famelica anche qui in quel di maio, ma soprattutto per vedere all’opera le donne instancabili di questa piccola isola in fermento…


Il destino ci porta a Calheta, è giovedì e oggi è il turno del jardim, almeno nei nostri progetti. Il carro ci conduce sicuro fino all’ingresso, ma da subito annusiamo un’aria diversa, le finestre serrate, nessuna mamma in ritardo, nessun bimbo che si presenta saltellando ad accogliere il nostro arrivo. Tutto tace, finchè non scorgiamo un laconico “avviso” sul muro -scritto a mano e in un corsivo incerto- che ci conferma della chiusura del jardim. La prima reazione è lo sconforto, il nostro giovedì appare naufragato insieme alla lezione sulla musica che tanto ci piace e così ci dirigiamo battagliere verso il paese in cerca di una valida spiegazione! Lungo la strada incrociamo la “cuoca”, ovvero la signora che ogni giorno prepara una mistura di riso e latte per il pranzo sempre uguale dei bimbi, che illumina le nostre menti di bigotte stacanoviste con una strabiliante notizia: oggi è chiuso perché è la festa delle donne e a Calheta le donne festeggiano in pompa magna! Improvvisamente il nostro orgoglio femminista si ridesta coraggioso e ci lasciamo trasportare dall’entusiasmo di un imprevisto finalmente positivo, felici di vivere un otto marzo degno di questo nome per la prima volta nella vita…


In paese i preparativi della festa sono come al solito in alto mare…si profila un sontuoso pranzo seguito da un dibattito (che qui, chissà poi perché, chiamano “palestra”!), così ci concediamo la consueta riunione di programmazione con i nostri giovani collaboratori Telce e Marlène nientemeno che sulla spiaggia di Calheta, all’ombra di una splendida acacia da cui penzolano ossa di mucca e con il meraviglioso sottofondo di un immancabile vento e di morbide onde…Silvia, Alice e Franci certamente lembrano…


Il pomeriggio è tutto per noi e per il nostro incontro con le donne di Calheta, impegnate ad attaccare gli ultimi cartelli che inneggiano all’ otto marzo e a loro stesse come è giusto che sia…tutte ci accolgono sorridenti, sono felici ed orgogliose del loro lavoro, ci consegnano una spilla lilla e ci invitano a rimanere per il pranzo. Incontriamo Giulia, la volontaria americana impegnata in attività di microcredito con questo gruppo di donne e ci facciamo raccontare della “marcia” della mattina, godendoci le sue fotografie e i racconti della preparazione del cibo che prosegue instancabilmente dall’intera mattinata, ci facciamo guidare fino alla casa di una signora gentile che tesse borsette dai colori sgargianti e che ci accoglie nel suo piccolo e ordinatissimo salotto, mentre noi guardiamo e commentiamo, scegliamo con cura le nostre nuove borse e per una volta ci dimentichiamo di fare economia, sicure di fare la cosa giusta perché oggi è l’istinto a guidarci e ogni cosa, in questo otto marzo così bello, non può che rivelarsi una scelta azzeccata…


Arriva il momento del pranzo e noi, senza farci troppo pregare, rendiamo il giusto merito a chi ha tanto lavorato per imbandire la tavola, rendendoci presto conto di essere quasi le uniche…tutte infatti sembrano impegnatissime, ma non si capisce bene in che cosa, nel frattempo è arrivato l’immancabile deejay e nel cortile si scatenano le danze! Verso le tre del pomeriggio arriva la rappresentante di Morabi, associazione di marca liberal che lavora al fianco delle donne di Maio e inizia il dibattito: la discussione è informale e distesa, tutte ascoltano con attenzione e intervengono per commentare quando si parla di violenza intesa nelle sue varie e terribili forme, da quella fisica più esplicita a quella psicologica, economica e sessuale. La sensazione è che la concezione della donna sia paralizzata


all’ idea di moglie, madre e donna di casa, ma mi sforzo di ascoltare e mantenere giudizi prudenti…qui gli anni Settanta li hanno saltati a piè pari e si vede, ma se è vero che da qualche parte bisogna pur cominciare forse è bene che un inizio ci sia e di certo a queste donne non manca la volontà. Alla discussione-che prevede un momento quasi esilarante ai nostri occhi-di educazione sessuale con tanto di quadro in cui spiccano gli anticoncezionali più diffusi, segue l’ omaggio alla donna più anziana del paese che racconta la propria vita in uno strettissimo (e per noi incomprensibile!) criolo per poi ricevere in dono una televisione, frutto di una colletta generale delle donne e del ricavato della festa che si terrà sabato. Il tutto si chiude con canti, tamburi, immancabile conchiglia che suona senza curarsi del ritmo (!) e danza delle ragazze più giovani…anche noi rischiamo di essere trascinate nelle danze ma il confronto appare da subito perdente e così ci dileguiamo dietro le nostre immancabili macchine fotografiche!


Lasciamo Calheta salutando queste splendide ed energiche mulheres, ringraziandole una ad una per la bella festa, l’ accoglienza strepitosa e l’ allegria che ci hanno trasmesso e come sempre ce ne andiamo convinte di aver imparato qualcosa anche oggi, in questo otto marzo così speciale…


A voi, donne e non, che ci leggete e ci pensate


Un abbraccio di cuore


Anna



















3 Comments:

Anonymous Anonimo said...

grazie anna per questi ricordi e per questi racconti tutti nuovi...di un'isola che sembra diversa ogni giorno
e un abbraccio a tutti voi!
alice

18:51  
Anonymous Anonimo said...

oh ma che bello!! sono contenta!
luvi

14:00  
Anonymous Anonimo said...

un caloroso abbraccio alla mia Mary che mi manca tanto!!L.

18:25  

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