21 marzo 2007

S. Giuseppe a calheta





DOMENICA
Festa del papà, festa mondiale..come perdersela?!?!
Ore 17 la squadra parte! Ci avventuriamo per la festa tanto annunciata di Calheta, festa di S.Giuseppe falegname…
Eccoci spuntare col nostro carro che parcheggiamo all’entrata del “paesello”. La via principale è addobbata con tantissime bandierine colorate che collegano i due lati della strada. Un odore di carbone bruciato ci avvolge mentre imbocchiamo, col nostro solito passo deciso, la via principale dedicata al santo in questione. Qualche bancarella vende vestitini anni ’80 con tanto di completini in pizzo e camicie con dragoni. Cammina cammina, giungiamo alla “casa della festa” su cui svetta lo stendardo bianco (vedi Pilao Cao), dentro c’è il salone da ballo e le solite casse enormi con cui viene sparata musica altissima in modo che tutta la via possa giovarne. Insomma siamo già giunti alla fine della strada…decidiamo di imboccare la via parallela ma oltre alla gente che si nota di solito non c’è null’altro…in effetti cosa ci aspettavamo? Anzi, personalmente mi sembra già ci sia molto!
I bambini che ci conoscono per le animazioni ci seguono in questo nostro peregrinare, alcuni timidamente ci salutano, altri rimangono nascosti, ma intonano i nostri bans e qualcuno rimane stupito nel non vederci vestite “in tenuta da lavoro”.
Il profumo degli spiedini ci perseguita. Decidiamo di fermarci e gustarci queste bontà da una signora che scopriamo essere sorella della nostra ristoratrice preferita di Vila, la mitica Emilia. Passa il tempo, ci perdiamo ad osservare questa strana festa dove tutti si conoscono e si salutano calorosamente, dove i bambini giocano liberissimi per strada come sempre, dove giungono pulmini da tutta l’isola e invece dei dieci passeggeri che ti aspetti ne scendono almeno una ventina. Rumoroso arriva festante anche il pulmino dell’accademica Calheta, squadra locale di calcio, che festeggia la vittoria contro gli Onze Unidos, campioni dell’isola…
Tra una birra, due chiacchiere e qualche spiedino, il sole comincia a calare e su tutta la strada spuntano tavolini in plastica bianca e sedie, che si trasformeranno presto in bar; i bracieri luccicano al buio e la fiumana di gente ci incanta, mentre attendiamo pazientemente la sospirata carne alla brace…
Già che ci siamo, infatti, decidiamo che è ora di cena e concludiamo ordinando nientemeno che il polipo, ma per gustare tale insperata delizia aspettiamo un’altra ora buona…intanto una fresca brezza comincia a soffiare e la luce invece decide di saltare!
Siamo al buio in mezzo alla strada, le macchine continuano ad arrivare cariche di persone e di casse per la musica serale, nel nostro “bar” viene acceso il generatore a gasolina che con il suo continuo borbottìo ci estrania un po’ dai rumori della via.
Per un quarto alle nove riusciamo ad alzarci, sazie e soddisfatte…finalmente torniamo a casa, lasciando alle nostre spalle Calheta in movimento come un formicaio, ma totalmente al buio. Nella nottata ci saranno danze e musica per tutti con entrata gratis x le donne, come da noi…chissà poi come, visto il black-out generale, ma si sa…a Capo verde le cose prima o poi accadono….
Archiviato gloriosamente il fine settimana di festa ci prepariamo per una nuova settimana di lavoro. Siamo alla decima dal nostro arrivo, ma la routine è lontana anni luce e ogni giorno è novità, sorpresa, difficoltà che insieme riusciamo a superare.
Continua con successo l’esperimento dei laboratori, lunedì con i grandi il volano e martedì coi piccoli la manica del vento…bè almeno sfruttiamo l’elemento dominante dell’isola, su questo sappiamo di andare sul sicuro! Rispetto al primo mese di attività molte cose sono cambiate, anche noi sentiamo l’esigenza di “alzare il tiro” e proponiamo animazioni variegate che spaziano dai giochi di gruppo alla lettura della storia, dai laboratori manuali fino a ... chi lo sa cosa ci aspetta.
Strana sensazione accorgersi che il numero delle settimane inizia ad assottigliarsi, ora che ci sentiamo a casa, ora che i bimbi cantano il girotondo senza bisogno di suggerire le parole, ora che i più timidi e sospettosi dell’inizio ci salutano con il solletico prima di andarsene…viviamo ogni giorno come se fosse una sorpresa, ogni “progresso” come una conquista, ogni emozione come fosse la prima volta…questi bimbi ci stanno entrando dentro e il pensiero di lasciarli stona come le nuvole nel cielo di Maio, ma ancora c’è tempo, ancora siamo qui….
A voi tutti che pazientemente ci attendete e leggete
Un abbraccio di cuore
Chiara Anna Mari

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

brave donne...bellissima conclusione..c'è ancora tempo, siete ancora lì...
e prendete e date tutto ciò che deve...
un abbraccio. alice

17:00  

Posta un commento

<< Home