18 febbraio 2008

Giunti a metà del nostro cammino nell'isola di Maio, è naturale una pausa di riflessione.

E' tempo di mezzi bilanci, seppure ancora provvisori.

Grazie a Dio siamo in buona salute, nonostante alcuni sintomi di raffreddore dovuti agli sbalzi di temperatura. Il tempo meteorologico non ci è stato favorevole. Il vento freddo è ancora una costante dell'isola, il sole picchia nelle ore centrali della giornata ma verso sera è ancora il vento malandrino che la fa da padrone e non invita certo a godere di un bel tramonto in spiaggia. Anche gli isolani ci dicono che è “malo” e “frio”. Ma, siamo sicuri, migliorerà.

L'isola, del resto, non presenta grandi attrattive (Lorena dissente da questa affermazione!). Del resto non siamo venuti qui per fare i turisti ma per lavorare. Tuttavia anche l'occhio vuole la sua parte. Le spiagge sono bianche, deserte e incontaminate. Il mare ha colori dal blu al turchese, ma le onde corrucciate non invitano certo alla balneazione sotto un cielo grigio di nuvole. L'interno dell'isola è monotono e arido. Terra sterile e sassi, qualche acacia e poche palme pelate dal vento. Maio non ha strade panoramiche che costeggiano il mare. Se aggiungiamo l'estrema povertà dei villaggi, la mancanza di acqua corrente (non esistono fontane), il giusto riserbo dei maiensi che non si abbandonano a smancerie inutili, il quadro si completa.

Quadro negativo? Nemmeno per sogno! Cerchiamo di non cadere nella trappola dei profili frettolosi e definitivi alla moda occidentale...

Se il bilancio di mezzo cammino deve essere fatto, occorre che riguardi soprattutto il contenuto del progetto per il quale siamo qui.

Avremo anche una forte componente di ottimismo, ma in generale il giudizio che diamo al nostro lavoro è molto confortante. Ne siamo convinti.

Legare le attività nei jardim infantil con l'aggiornamento con le monitoras è la parte più qualificante del progetto. Non siamo quelli che vengono qui solo per giocare o animare i bambini. Abbiamo la convinzione di inserire in ogni attività un contenuto ben preciso che si chiama di volta in volta schema corporeo, sviluppo del linguaggio, affettività, esplorazione dei sensi, codice grafico e del colore... tutti temi fondamentali per la scuola dell'infanzia. Non è facile programmare l'attività di un'ora e mezza con i bambini di tutti i villaggi, in stretto rapporto con il tema del sabato con le monitoras.

Facciamo un esempio per tutti. Al sabato con le monitoras si presenta e si opera intorno al tema della teoria del colore, importanza della discriminazione e della nomenclatura da parte del bambino. Per tutta la settimana nei jardim dell'isola le monitoras vedono realizzarsi le proposte di gioco sul tema. In questo caso Lorena, Francesca ed io abbiamo inventato una storia semplice legata ai colori (il sole giallo va sul mare blu, poi matura un pomodoro rosso che viene mangiato da un maialino rosa, poi regala una chioma verde ad un albero, poi viene la notte nera...) e l'abbiamo rappresentata muovendo dei cartelli con le immagini disegnate, al di sopra di una tenda tesa a mò di teatro dei burattini. I bambini hanno interagito con la rappresentazione mimando gli eventi e gridando il nome dei colori. Poi loro stessi sono saliti sulle seggioline, dietro il telo, per provare a muovere i bastoncini con le immagini, svelando così la magia del teatro. Subito dopo un gioco animato: fare canestro con piccole palline di polistirolo colorate in precedenza. Ad ogni chiamata di colore un certo numero di palline finiva nel canestro. Una specie di verifica, la chiameremmo noi della scuola!

Ecco, la parte più faticosa, ma anche la più qualificante, è proprio questo tentativo di coerenza programmatoria che deve fare i conti con la quantità di tempo di attenzione del bambino, la voglia di muoversi, la povertà dei materiali che devono essere necessariamente poveri. E questo dura una settimana, poi si cambia tema e registro. Al sabato con le monitoras si fanno riflessioni su quanto abbiamo proposto e sembrano molto interessante: prendono appunti, desiderano fotocopie e testi di canti, chiedono materiale. Il clima è quello di un laboratorio e non di una lezione cattedratica. Spesso ritroviamo nei jardim alcuni lavori del sabato (la sagoma snodata, il serpente colorato, i profili delle mani...).Insomma, ci sentiamo utili e questo aiuta a superare le nostalgie, le stanchezze, i pensieri di casa, il carattere dell'ambiente così diverso dal nostro.

Occorrerà dare continuità al progetto didattico magari occupandoci di primo ciclo delle elementari. Ma questa è un'altra storia. Alla prossima puntata.

Sem





2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Che ci siano continui riscontri positivi fatti da persone diverse d� significato al progetto.
Creare percorsi � il nostro obiettivi e non limitarsi alla generica solidariet�.
Buon lavoro
Rolli

13:01  
Anonymous Anonimo said...

CHE BEL NONNO!
A PRESTO VALERIA

13:40  

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