25 febbraio 2008


Venerdì un guasto all'impianto elettrico ha portato l'isola a due giorni senza luce e acqua. Niente di grave in realtà, almeno per noi che abbiamo torce (anche se le pile erano quelle ricaricabili..), candele e lampada di emergenza in casa, oltre al lusso di avere l'acqua per un'ora al mattino e un'ora al pomeriggio. Devo dire che ho trovato quel buio intenso per strada di sera quasi affascinante, con un poco di imbarazzo, per la ovvia difficoltà nostra, nel non riconoscere e distinguere i volti delle persone in quella oscurità.
Non so le capre come possano essersi sentite, ma sicuro ci avranno ringraziato per aver dovuto svuotare il frigorifero dato che pesce, latte, formaggio, cavolo e papaia proprio non hanno retto.
In realtà manca la luce ma Vila non si ferma: bar e ristoranti hanno un proprio generatore che ci ha assicurato una discreta pizza e pontche al cocco talmente buoni da non voler lasciare l'ultima goccia nel bicchiere.
Ovviamente oltre alle pile, presto anche il computer è diventato inutilizzabile e il telefono di Foto Neves ancora prima. Questo per giustificare l'assenza di nuovi post e di telefonate a casa: ci siamo e stiamo ancora bene! Oggi nel pomeriggio in realtà la luce è diventata di nuovo una costante ma credo sia più che meritato il pomeriggio mio e di Lorena, sereno e movimentato, in spiaggia tra tentativi di sfuggire ad un vento davvero incessante e sabbia che si infilava ovunque. Ma anche qui sono riuscita a dedicare quei pochi lunghi minuti ad un sonnellino diventato quasi piacevole. Meritato perché anche se la settimana qui vola, il venerdì pomeriggio risentiamo di un po' di stanchezza. Dopo l'ultimo servizio della biblioteca viajante nella scuola em baixo di Vila, riempito il sacchetto del pane e il contenitore del formaggio, si pensa all'incontro di formazione del sabato mattina e al materiale da preparare, colorare e costruire per l'attività della settimana successiva.
La settimana prossima (che vuol dire da domani e vuol dire l'ultima settimana di febbraio, che ci fa arrivare a metà strada..) proveremo a portare tracce di teatro negli asili..ma di questo ne parleremo a cose fatte. Settimana scorsa invece abbiamo iniziato questo percorso sul teatro e sul raccontare storie. La più grande difficoltà di un bambino non è tanto fare un gesto, un movimento, un'imitazione, ma riuscirlo a fare davanti ad un pubblico: il gioco dei mimi li ha portati a comunicare senza parole e a trovarsi uno di fronte a tutti gli altri per fare la mamma che culla il bambino o il mungitore di capra o ancora il pescatore o il giocatore di football (prendendo alcune delle immagini più comuni nelle strade di Maio). Con la canzone degli indiani hanno sperimentato invece i gesti “universali” accompagnati da un suono per renderli più facilmente riconoscibili e comunicabili: così os indios no centro da terra dormono, si svegliano, si lavano, mangiano e danzano con todo o tríbu, aia hu aia hu..
Nella storia invece l'orso generoso, che offre miele ai suoi amici, si è materializzato tra i bambini dei jardim, porgendo bacchetti di legno (dei nostri comuni ghiaccioli) “inzuppati” in un miele europeo, ben diverso dal miele di canna capoverdiano, quello per intenderci che si mangia col cous cous il mercoledì delle ceneri. E non a caso, con una stretta al cuore e un sorriso che ha giustificato la mia presenza qui, alcuni bambini col bacchetto di legno in mano, ci hanno chiesto se avremmo dato loro anche cous cous..

Francesca





















44 bambini in fila per sei col resto di due...


il gioco della bandierina ha avuto un grande
successo..

4 Comments:

Anonymous Anonimo said...

ma quella foto con quella quarantina di bimbi? in quale jardin eravate?
brave meninas! Buona continuazione

09:19  
Anonymous Anonimo said...

Sei arrivata Valeria? Il centro EDA sente la tua mancanza.AUGURI!!!
Laura e Luisa

10:05  
Anonymous Anonimo said...

finalmente riesco a trovare un po' di tempo per aggiornarmi sulle vostre avventure. devo dire che sono sempre molto intense e coinvolgenti. molto carine sia l'esperienza del teatro che quella del miele sui bastoncini. qualche giorno fa, ho detto ai miei alunni della vostra avventura. stupore e incredulità e domande stranissime quali: ma ce l'hanno l'acqua? ma non mangiano? e ci sono il leoni? ci sono le case? la mamma l'ha fatta andare...e tante altre ancora...così gli ho promesso che gli avrei fatto vedere le vostre foto. un bacio grande a tutti.. e un po' di più a frà. maddalena

16:00  
Anonymous Anonimo said...

Sorrido nel leggere Francesca che si lascia andare alla narrazione di qualche cronaca maiense...anche per voi è arrivata il fatidico "giro di boa" e il tempo per godersi tutte le sfumature di maio. In tutto questo vedo che continuate il progetto con grande attenzione e competenza. Vi penso tanto, davvero. Il sole arriverà.Un forte abbraccio
Anna

13:02  

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