17 marzo 2008

Sto per lasciare l'isola di Maio. Il lavoro è per me terminato. Francesca e Lorena continueranno le attività nei jardim anche dopo la pausa pasquale. Mi dispiace lasciarle qui perché la collaborazione ha funzionato in pieno. Mi consola il fatto che hanno sempre manifestato un'ottima competenza didattica, grande spirito di sacrificio, ottima adattabilità. Hanno inoltre tessuto una serie di rapporti personali con le monitoras che certamente non le lasceranno sole. Non fanno in tempo a mettere piede fuori di casa che i bambini non si facciano sotto a circondarle; gli adulti ormai le riconoscono come persone utili e sempre disponibili. Gli inviti a casa sono all'ordine del giorno. Ornella e Mario sono preziosi e pieni di premure, mai spinti dal dovere ma da un'autentica simpatia personale. L'ultimo incontro con le monitoras ha reso ancora più esplicita la loro carica di affetto nei nostri confronti. Più di una ha preso la parola per confermare la validità del progetto, per comunicarci la soddisfazione di essersi incontrate e l'efficacia delle proposte di aggiornamento professionale. Mi hanno fatto piccoli regali, frutto di mani operose. Mi hanno consegnato un foglio che conteneva un lungo scritto di sintesi dei loro sentimenti, auspicando anche una collaborazione futura.
Ma il clou della giornata, un'autentica sorpresa per Valeria e per me, è stato il pranzo consumato qui in casa, insieme a tutte le monitoras. Il tutto è stato concordato, in gran segreto tra Lorena, Francesca e Dona Juana. Quando ho aperto la porta di casa, le venti monitoras si sono messe a cantare “Si es feliz...”. Sono stati momenti di grande emozione. Poi è arrivato il cibo. Il terrazzo era stato ombrato da teloni come di vele di navi. Abbiamo pranzato tutti insieme. C'erano anche Ornella, Mario, Adilton e Michele, appena arrivato da Praia. E poi la musica e i balli. Insomma, una gran festa d'addio.
E anch'io chiudo questo blog. Scriverò una relazione dettagliata sui contenuti dell'aggiornamento al mio ritorno. A tutti un grazie perché quest'esperienza è stata, per me, così importante da incidere profondi ricordi. Ma un grazie speciale a Francesca e Lorena con cui ho condiviso quasi tre mesi di vita quotidiana.

Sem

13 marzo 2008

ecco le foto del post precedente..




12 marzo 2008

Ricevo da Maio e ubblico

Questa volta il blog è in ritardo e senza foto per difficoltà di collegamento con il sito; lo pubblico io da Bergamo dopo aver ricevuto il testo dalla Brigada di Maio.
Rolli
Il tempo della nostra permanenza a Maio sta per scadere. Tra dieci giorni prenderemo la barca, l'aereo interno e poi Sal-Orio al Serio e saremo a casa a fare Pasqua con i parenti. Uso il plurale perchè settimana scorsa è arrivata Valeria, mia moglie, di cui sentivo acuta mancanza. Lei si è adattata prestissimo alla nuova vita, ci ha seguito nelle attività, la nostra cucina è migliorata anche grazie ad alcune vettovaglie portate nella valigia (minestre soprattutto, ma anche formaggio grana...). E' riuscita a prepararci anche un bel piatto di gnocchi di patate. Naturalmente ha fatto i conti con le difficoltà dell'isola ma era preparata e l'ambiente umano le è sembrato addirittura migliore rispetto alle aspettative. “I bambini” dice “sono una autentica grazia di Dio”. Poi è riuscita a trascinarmi al mare che per me, uomo di pianura, costituisce sempre un mistero da non prendere sottogamba, se non addirittura di cui diffidare.In queste ultime settimane il lavoro negli asili si è come raffinato e abbiamo osato proporre vere e proprie chicche di sollecitazione dei sensi e di meraviglia per i bambini.Trattandosi con le monitoras al sabato di fiabe, racconti e narrazione di storie, abbiamo chiesto loro di leggere e interpretare una bellissima storia ricavata da un libro in portoghese. La semplicissima vicenda riguardava un paio di piedini che, stanchi di essere calzati, scappano di casa, attraversano un bosco, entrano in un castello, vengono quasi schiacciati dagli stivaloni dell'orco e poi volano verso casa dove ritrovano la sicurezza perduta. Tutte le monitoras hanno accettato di leggere (drammatizzando) ai bambini, alcune perfino traducendo simultaneamente in creolo. Intanto noi ce ne stavamo dietro una tenda che copriva il corpo ma non i piedi. Insomma, abbiamo fatto il teatro “con i piedi”. Abbiamo poi dipinto le palme dei piedi ad ogni bambino che ha segnato il cammino su fogli stesi per terra. Le ragazze hanno ritagliato le sagome e costruito cartelloni, uno per ogni jardim. Quando in una tinozza abbiamo lavato i piedi ad ogni bambino con acqua, sapone e spugna, i piccoli si sono sbellicati dalle risa per il solletico, nonostante la scorza dura delle piccole palme dovuta all'abitudine di andare scalzi. Queste piccole pazzie ci aiutano anche a rompere la monotonia di ben undici interventi alla settimana ripetuti nei paesi dell'isola.Per quanto riguarda il cambio dei libri nelle scuole elementari, tutto procede con regolarità. I comportamenti degli insegnanti sono diversi: in quattro o cinque casi l'insegnante accompagna la scolaresca al bus e lascia scegliere. Nella maggioranza dei casi è l'insegnante che sceglie i libri. Pochi sono quelli che prendono due o tre libri per sé. A Villa c'è più resistenza. Nei paesi il servizio è sicuramente più gradito.Non abbiamo ancora elaborato vere e proprie statistiche ma due piccole riflessioni siamo già in grado di comunicare: la quantità dei libri andrà sicuramente incrementata ed è necessario dotare ogni jardim di almeno una ventina di libri per costruire un vero e proprio angolo di lettura personale, scegliendo naturalmente libri illustrati e con poche parole, perchè il “cantino” di lettura esistente è veramente striminzito e quasi desolatamente vuoto.Sem

02 marzo 2008

Dopo circa quindici giorni di assenza dal blog...rieccomi a scrivervi di Maio e dei suoi giovani abitanti.

Primi giorni di Marzo...non mi sembra vero, il tempo qui sembra correre...sono ormai passati due mesi dalla partenza e, se non fosse per la mente piena di innumerevoli bellissimi ricordi e pensieri, potrei affermare di essere arrivata oggi stesso in questa sorprendente isola...insomma la famosa saudade (nostalgia) di casa ancora non l'ho provata...(famiglia senza offesa ;-) un po' mi mancate!).

Il nostro percorso nei jardim migliora di settimana in settimana...ed è sempre più difficile salutare bambini e monitoras alla fine di ogni incontro...già mi spaventa pensare all'ultima settimana che vivrò qui...probabilmente tornerò in Italia senza più lacrime!
La complicità creata con i nostri piccoli amici e le giovani maestre, questa settimana ci ha portato nel magico mondo del teatro; così dopo il rituale giro giro tondo e roda con nom passandoci un copricapo indiano...ci siamo trasformati in “attori”.
Attraverso una semplice storia, in ogni
jardim è stata improvvisata un aldeia (villaggio) indiana, ogni “piccolo attore” col proprio copricapo ha preso parte allo spettacolo immedesimandosi in differenti ruoli: mãe e bebè, cozinheira, caçador, pescador, lavandeira...come in una vera e propria tribù si è cacciato, pescato, cucinato, cullato e lavato in attesa della festa, per l'arrivo del grande capo indiano....ed eccoci a danzare, saltare, cantare l'ormai amatissima canção dos indios intorno ad un emozionato “piccolo grande capo indiano”...
Con lo zainetto in spalle, il copricapo in testa e indescrivibili sorrisi, i nostri compagni di viaggio ci salutano...nelle strette viette dei villaggi di Maio ora risuona l'eco indiano...a ia ia hiuppy ia ia wè... a ia ia hiuppy ia ia wè...

Lorena