25 febbraio 2007

ancora carnevale!!!






Amato popolo di lettrici e lettori
Eccomi a voi per un nuovo capitolo di questo romanzo che ha per protagonista l’isola di Maio, Cabo Verde, Africa…
Tanto per rispettare la tradizione decido di aprirvi una nuova finestra sul mondo degna di un servizio alla Geo&Geo, con questo penserete che ho dimenticato il vero motivo per cui ci troviamo tanto lontani da voi tutti…la realtà è che le mie compagnere di viaggio ne trattano già in maniera appagante e così mi concedo il lusso di raccontarvi anche “altro”, tanto per farvi sognare un poco e condurvi per mano tra le acacie, l’oceano, le strade ciottolate, i sorrisi e gli occhi grandi di questo popolo meravigliosamente diverso.
Protagonista del mio racconto è nientemeno che il carnevale maiense, con la sua sfilata e le sue bizzarrie…
E’ martedì grasso, giorno di frenetici preparativi per noi impegnate a gonfiare centinaia di palloncini sagomati da trasformare in spade, cappelli, cani e cigni…già le dita si lamentano, prevediamo un assalto, ma confidiamo nella confusione carnevalesca e nelle sue ricche sfumature! Come sempre l’isola ci infligge l’ennesima lezione e fin dalle prime ore della mattina scorgiamo ben poche avvisaglie della tanto attesa desfila pomeridiana! Ci aggiriamo famelici in cerca degli organizzatori e dei festoni con cui addobbare l’ avenida centrale e il “palco” (che altro non è che il piano rialzato del ministero dell’ agricoltura!!), ma nessuno s’intravede e incassato l’ennesimo bidone capoverdiano ce ne torniamo mesti mesti verso casa portandoci via anche le nostre pretese di efficientismo bergamasco!
Il pomeriggio facciamo il nostro trionfale ingresso nel cuore di Vila trasformate in terribili piratasse (!) con tanto di bandana rossa, foulard garibaldino, teschio sull’ occhio e spada pronta ad essere sguainata, guidate dal fido Spugna-Rolli che sembra più il Grande Puffo che un temibile pirata dei sette mari!! Tant’è, l’ effetto è dirompente vista la media delle “maschere” che si aggirano coraggiose nell’ avenida ancora deserta!! Come resistere a una banda di minacciosi guerrieri del mare quando si ha a che fare con strani personaggi in accappatoio o presunti Totti muniti di maschera antigas?! Ricevuto il meritato plauso ci dirigiamo coraggiosamente verso la postazione palloncini, scegliendo un salvifico piano rialzato che assomiglia un po’ alla prua di una nave e da lì iniziamo a gonfiare, piegare, arrotolare, trasformare…il tutto di fronte a mamme insistenti, adolescenti tornati bambini, ma soprattutto agli occhi incantati dei bimbi che le tentano tutte per saltare la fila e ci riempiono di richiami a cui restiamo immuni, troppo impegnate a sguainare spade e combattere con la malefica pompetta-buca palloni !! Presto l’ avenida si riempie di colore e anche noi, ormai sfinite dal sole e da tanto annodare, alziamo gli occhi per gustarci lo spettacolo di una folla crescente che si prepara alla sfilata dei tre carri in concorso…finalmente scendiamo con i “nostri” bambini e ci facciamo travolgere dalla bislacca e un poco smandrappata follia di questo carnevale, riempiendo l’ aria di bolle di sapone che presto finiscono tra le mani di un improbabile prete, intento a benedire una coppia di sposi tra il divertimento generale! Il resto accade in fretta, arrivano i carri, tutti danzano sul ritmo del samba sparato a tutto volume dall’immancabile deejay, la giuria prende nota per decidere il vincitore, mentre per noi bimbe adottate è finalmente tempo di mangiare le bolas (che carnevale è senza le frittelle?!!) e goderci lo spettacolo, condito da sane critiche per i tratti di eccesso a cui assistiamo non poco sbigottite, ma soprattutto per goderci in libertà gli abbracci dei nostri affezionatissimi meninos a cui questa festa non sembra essere troppo attenta…
Così com’era arrivato il carnevale se ne va, sciogliendosi nel tramonto sull’oceano e nei furgoni pieni come non mai…qualche ritornello di bans qua e là, tanti saluti e via verso casa con la testa piena dei tanti occhi, dei sorrisi, dei colori vissuti… felici di aver donato un po’ di colore a questa giornata e ai bimbi soprattutto… quelli che per noi restano gli indiscussi protagonisti di sempre e a cui dedico i miei pensieri dell’ oggi.
A voi che ci pensate da casa
Il nostro abbraccio
Anna

23 febbraio 2007

carnevale aMaio








può non sembrare vero, ma stavamo lavorando

22 febbraio 2007

orchestra




.. eccoci qui !


. oggi vi portiamo al jardim (asilo) di Vila do Maio …


. piccolo cortile .. porta di legno .. piccola stanza .. tavolini quadrati e seggioline .. una cattedra .. stoffe colorate appese alle finestre a mo’ di tenda.. pochi giochi, quasi sempre ordinati come se fossero in mostra, su scaffali o su teli per terra . come i pochi libri dell’angolo della lettura . in un altro angolo una sorta di anfora con l’acqua per quando i bambini hanno sete: ci infilano la mano con il bicchiere di latta.. un po’ come prendere l’acqua al pozzo!


.. e poi loro ………… i bambini !


. il lunedì troviamo i più grandi, con la maestra Marina . il venerdì incontriamo i più piccoli, con la maestra Milva.


. è lunedì . Marlene racconta la storia: El pais da musica, la storia del viaggio di due bambini alla scoperta degli strumenti musicali e della musica .


. immaginatevi tanti piccoli occhi neri, piccoli nasi, treccine dai lacci colorati e qualche bocca spalancata davanti al libro che Marlene mostra mentre racconta . e immaginatevi silenzio . solo qualche volta, qualche bambino audace e visibilmente coinvolto interviene per dire qualcosa sulla storia … e quando capita, con Anna, Chiara e Rolli, ci scambiamo sguardi emozionati !


. ci piace l’idea della musica, e oggi, dal nostro grande sacco nero facciamo uscire tanti strumenti musicali che distribuiamo a ciascuno ! .. lì per lì i bambini rimangono piuttosto stupiti … non hanno capito bene che quelle lattine di piselli sono tamburi ! .. e che quei rotoli di carta igienica chiusi alle estremità sono maracas, e che quei boccioni di plastica con gli elastici graffettati sono chitarre !!


.. lasciamo tempo ai bambini di capire cosa abbiamo portato, e poi, diamo il tempo di suonare liberamente .. sono intensamente concentrati . immaginatevi occhi sorpresi . piccole dita che pizzicano corde . piccole mani in movimento .. anche la maestra, che tiene energeticamente il ritmo sulla sua lattina (.. ops, tamburo !) è concentrata !


. ne nasce un ritmo intenso e coinvolgente . spettatori sono i bambini della scuola elementare, che si mettono a ballare ! .. e allora, mentre Anna e Chiara suonano, ballo anch’ io ! .. come resistere ?


. dopodichè, anche i bambini dell’asilo ballano, sui nostri ritmi .. i più timidi hanno bisogno delle nostre mani per cominciare a muoversi, ma presto tutti ballano …


. alla fine dell’intervento i bambini diventano strumenti: li salutiamo “suonandoli” … anche quelli più ritrosi si lasciano andare .. ci sono anche quelli che scappano per non farsi prendere, ma si vede che non vedono l’ora che li prendiamo per .. suonarli !


. abbiamo tutti la sensazione che sia stato un buon intervento !


. immancabile girogirotondo (rito di chiusura!) e … alla prossima !!


.due giorni dopo incontriamo la maestra Marina che ci saluta calorosamente, ci porta a vedere la sua casa, ci presenta sua madre e i suoi figli e ci dice, contenta, che il giorno dopo il nostro intervento i bambini hanno portato al jardim lattine, rotoli di carta, bottiglie …. per farne strumenti musicali ! , le dicono .


. e noi torniamo a casa danzando ..


1abbraccio stretto a voi! ..che affezionati, ci leggete .


marianna






ps: per quanto riguarda le foto del battesimo, il nostro unanime commento è: <>


anna e mari

17 febbraio 2007

tasso alcoolico? alto, molto alto ma....




....c'è chi regge e chi no! A voi scoprirlo

battesimo e preparazione del prenzo





Buona giornata a tutti.
Sabato ore 18.00: appena rientrati da una festa di battesimo, una doccia per addolcire gli effetti del rivolo di cerveja e ponche che, in un luogo dove scorrono a fiumi, hanno lambito anche noi ed eccomi qui a scrivere, a scrivervi.
Giornata al solito “diversa”. Oggi era il giorno dei battesimi; 125 bimbi, contemporaneamente, hanno ricevuto il battesimo durante una funzione durata tre ore e officiata da tre sacerdoti.
Naturalmente dobbiamo credere a chi ce lo ha raccontato, noi (io in particolare) la funzione ce la siamo ridotta, arrivando dopo o inventandoci impegni.
Clima di festa anni '60 in Italia. Tutti (bambini ed adulti) sfoggiavano il vestito delle grandi occasioni; molti i bimbi e ragazzi che durante la settimana partecipano alle nostre attività ci hanno fatto compagnia durante la funzione e dopo.
Alla fine, il nostro ospite (Scion-Edson per le ragazze della prima equipe) ci ha accompagnato quasi di corsa alla casa del nipote, battezzato. Appena arrivati, unici in quel momento, ci siamo resi conto di non aver pensato assolutamente ad un “presente”. Corsa da Ramos (piccolo supermercato), acquisto di tre bottiglie di vino rosso, spolverata alle bottiglie ed eccoci pronti alla conoscenza della mamma ddel battezzato(il papà è, sempre per le ragazze della prima equipe, Edigar distributore gasolio).
Da allora, ore 12,10 , fino ad ora, ore 18.00, comida -cibo-, bebida -bere-, musica in un ambientazione rilassata e assolutamente piacevole; il capretto con la manioca (simile alla patata), il maiale con i fagioli e il riso con aragosta e gamberetti erano veramente eccellenti. Domani si replica: la festa continua ma in spiaggia (la stessa in cui ci ha portato Scion, subito dopo Calheta. Ndr per la prima equipe). Io fortunatamente ho potuta addure motivi di lavoro (domani arrivano i libri da Praia con la barca), mentre le ragazze hanno accettato con grande eccitazione senza sapere che la spiaggia è una ciofeca e la festa sarà faticosa. Sono d'accordo che nel primo pomeriggio passerò a prenderle.
Che altro aggiungere. Il progetto prosegue al meglio. Da lunedì anche la biblioteca, che sta avendo un successo insperato, potrà muoversi al massimo della sua potenzialità con una dotazione di oltre 450 libri. Il dato stupefacente è che la restituzione dei libri, nell'arco dei quindici giorni possibili di prestito, è del 100%, che ad una verifica, anche se sommaria, i libri vengono effettivamente lettie che nelle tre settimane di funzionamento i lettori sono andati aumentando in tutti i villaggi visitati.
Il prossimo passo potrebbe essere quello di coinvolgere direttamente la scuola in percorsi educativo-didattici che abbiano il libro (oggetto irraggiungibile di desiderio collettivo) al centro della programmazione.
A questo proposito venerdì della prossima settimana ho richiesto un incontro con l'Assessore alla cultura, alla Delegata del ministero dell'educazione, alle responsabili psicopedagogiche della scuola materna e delle scuole elementari e alla coordinatrice della scuola materna per una prima verifica del lavoro sin qui svolto e per condividere un'ipotesi di progetto per il prossimo anno.
Lunedì mattina inoltre incontro con la suora responsabile della scuola materna della parrochia che accoglie oltre un centinaio di bambini. È mia intenzione confrontarmi con questa struttura e proporre loro il coinvolgimento nel progetto del prossimo anno.
Come vedete siamo già proiettati in avanti e speriamo di trovare i finanziamenti necessari per dare corso a queste ipotesi (chi ha orecchie per intendere intenda)
Non mi resta che salutare tutti e augurarvi una buona domenica.
Rolli

15 febbraio 2007

pariba pariba





Olà a todos!
Finalmente dopo una settimana abbondante di nuvole e freddo vediamo il sole..e ci voleva!! Insomma siamo all’equatore, se non abbiamo noi il sole chi deve averlo?!?
Finalmente riusciamo a tornare in spiaggia, così nelle pause eccoci come delle lucertole al sole e immerse in acqua come dei pescetti, o meglio a volte sommerse, da queste super onde e da quest’acqua sempre calda.
Ora torniamo alle cose più serie. Quello che vorrei donarvi oggi è uno sguardo a Pariba, un quartiere di Vila in cui tutti i mercoledì mattina e pomeriggio ci dirigiamo con il nostro “casciotto magico” (scatola del materiale).
L’esigenza di spostarci dal tanto amato e protettivo polivalente è nata per raggiungere più bambini, scendendo in strada con canti, bans e giochi ci sembrava più facile raggiungerli.
Così alle 8,30 inizia la ricerca, ci dirigiamo nel quartiere nella zona prescelta e cominciamo a girare per le strade richiamando e cercando i nostri piccoli uomini e le nostre piccole donne.
Molti sono gli affezionati che ci seguono dal polivalente ma ne catturiamo molti altri. Alcuni si staccano momentaneamente dal lavoro, altri invece con fare dispiaciuto ci dicono che devono lavorare ma che poi ci raggiungeranno e altri ancora sembrano indaffaratissimi. In una decina di minuti abbiamo già un buon gruppo per iniziare.
Lavorare per strada è molto diverso, le variabili sono davvero molte e la capacità di prendere velocemente decisioni o improvvisare è praticamente obbligatoria!
Tra osservatori più o meno partecipi, animali, terreno accidentato e un continuo ricambio di partecipanti iniziamo la nostra “roda” (cerchio) iniziale e i bambini aumentano velocemente.
Ci dividiamo in due gruppi e iniziamo i giochi, ma anche qui non è così semplice.
Manca lo spazio, passano alcune macchine, non ci sono linee per terra e ciò implica niente campi oppure avere il tempo di tracciarli con le fettucce….si continua e i bambini aumentano ancora e quindi…ci dividiamo in tre gruppi!!
Sicuramente l’idea di raggiungerli nei loro quartieri è stata buona, però “che fatica”!!
E così trascorrono le 2 ore di animazione, ci salutiamo ma solo con molta fatica riusciamo proprio ad andare via tra abbracci e “batti 5” .
Nel pomeriggio seconda “manche”, questa volta con quelli più piccoli e si ricomincia: balli, bans, giochi, macchine, cani, ecc.
Così terminiamo la giornata, non finendo mai di stupirci su quante cose possono accadere in un sol giorno e soddisfatte dell’aver raggiunto nuovi visi e sorrisi.
Insomma Pariba è sempre un bel impegno ma, come sempre, ci riempie di soddisfazioni e di energia vitale!!
Un abbraccio energetico a tutti
Chiara
PS. Care ragazze della prima equipe, non ci crederete ma l’Atlantico si è attrezzato con due linee internet!!… rimane il piccolo difetto che quando la “donna felicità” è stanca chiude e ci sbatte fuori ( anche se sono le nove!!). C’è pure un inspiegabile invasione di cestini di vimini! A voi un particolarissimo e calorosissimo abbraccio!!
Chiara, Anna, Marianna.

13 febbraio 2007

Elmer arriva al jardim infantil




11 febbraio 2007

elmer a vila do maio




Dopo alcuni giorni di interruzione di internet e soprattutto dopo la tragedia di Sal, rieccoci.
Ne approfitto per tranquillizare tutti sulla situazione a Maio, assolutamente tranquilla e profondamente diversa da quella di Sal.
Rolli.

Ecco un blog pronto da diversi giorni.

Amato popolo di lettrici e lettori,
arrivata al mio turno di blog sento il desiderio di fare un passo indietro di qualche giorno e tornare al 2 febbraio, giorno della festa patronale di Alcatraz e Pilao Cao…un tuffo nella Maio “altra”, quella che viviamo con gli occhi dello stupore e della sorpresa, di chi cerca bramosamente umanità viva, colori, suoni, profumi e li custodisce gelosamente nel cassetto delle meraviglie. Dunque un passo indietro…venerdì, giorno in assoluto più impegnativo e stratificato, giorno che impone alle nostre incerte testoline repentine svestizioni di ruoli…lasciamo i grandi di Vila del mattino ormai campioni di bandierina e delle sue molteplici strategie- finte-controfinte, pronte per presentarci ai piccoli del jardim ovvero il “nostro” asilo (ma quanta poesia in meno in un’unica, striminzita parola!). Inaspettatamente l’incontro salta, causa prolungata malattia della maestra…e così, ormai pronte a cavalcare l’imprevisto come detta la quotidianità maiense, approfittiamo per condividere la programmazione della settimana successiva con Telce e Marlène autoinvitandoci nella casa della gioventù. Nome per qualcuno (certo per me) alquanto sinistro, luogo tutto sommato accogliente, a parte che nel maldestro tentativo di aprire l’unica finestra rischio di far crollare un’ instabile tenda! Le novità da comunicare sono molte, i nostri giovani colleghi ci ascoltano attenti e sorridono quando mimiamo gli esempi dei giochi (siamo finalmente pronte per bola prisão!!), dopo un’oretta li salutiamo e ci diamo appuntamento per il pomeriggio al polivalente, alla volta dei piccoli…e così dopo le due ore elettrizzanti che trascorriamo coi bimbi di prima, seconda e terza elementare partiamo emozionate alla volta di Alcatraz, guidate dal nostro fido scudiero Rolli che ci conduce sicuro verso l’estremità dell’ isola. Giunte appena al limite di Vila carichiamo i primi passeggeri, già il carro si veste a festa e il viaggio trascorre tra immaginari fantastici di musica, cibo e danze. Arrivate a Pilao Cao scorgiamo le prime avvisaglie di solennità, bandiere a colorare la via del paese, gente vestita a festa, donne intente a preparare tavolini con bottiglie di ogni tipo, al centro della via un tavolo con tamburo e spettacolare conchiglia che qualche bimbo affronta con coraggio…in alto sventola la bandiera bianca-simbolo di purezza- accanto al piccolo stendardo del Cristo Rei. Lasciamo i nostri giovani autostoppisti e ci dirigiamo sicuri verso Alcatraz, a un Kilometro di sconnessa distanza…ignari stranieri in terra straniera, in cerca di una festa che è tutta nella nostra testa e che non ci accorgiamo di abbandonare! Presto ci rendiamo conto della nostra ingenuità…quest’ anno la festa è tutta di Pilao Cao, secondaria costola di Alcatraz in odore di rivincita e così, dopo aver adeguatamente obbedito ai solenni doveri di tassisti, torniamo un po’ titubanti sui nostri passi e ci avventuriamo nel cuore del santo patrono.
L’ accoglienza è a dir poco travolgente, dopo solo pochi passi, infatti, veniamo invitate da alcune vecchine nella balera principale! Non ci pare il vero e, ignare di ciò che ci aspetta, ci avventuriamo seguite da un Rolli che se la ride beatamente…subito travolte dalla musica e dal calore di donne meravigliose veniamo trascinate nel ballo frenetico e rigorosamente a due da cui cerco di sottrarmi inutilmente, per nulla sostenuta dalle mie compagnere che già perdo nonostante lo spazio si limiti a una stanza poco più grande di un salottino nostrano! Chi mi conosce sa bene quanto l’esperienza si sia rivelata improba per le mie ben note doti di rockettara…non a caso abbandono presto cavalieri insistenti e fuggo all’ esterno per godermi le facce stanche ma divertite di Chiara e Marianna, ormai preda di vecchiette agilissime e giovani scalpitanti, ma soprattutto fotografo ogni singolo movimento, angolo, profumo della via festante. Presto si fa buio, riusciamo però a scorgere abiti cerimoniosi che immaginiamo essere passati di generazione in generazione, salutiamo tutti raccogliendo la preziosa rendita di Silvia Alice e Franci che qui hanno lavorato lasciando evidenti solchi di affetto…tutto a un tratto si accendono griglie, si raduna un folto gruppo di donne e uomini che ballano, suona la possente conchiglia, tutto d’incanto si fa magia e spettacolo semplice e vero…anche per noi che sentiamo scivolare la sensazione di essere “altro” e che gustiamo con gratitudine la semplicità del cibo, il trascorrere del tempo, la preziosità del momento…noi a Pilao Cao, noi alla festa del patrono, noi nel cuore di quest’ isola che ci lascia ogni volta qualcosa di sé e a cui noi cediamo con umiltà un pezzetto di cuore…grati, infinitamente riconoscenti di tanta inaspettata diversità.
A voi tutti che chiudete gli occhi e ci siete vicini
Un abbraccio di cuore
Anna

07 febbraio 2007

mah.....ve l'ho mai mostrato l'interno dell'isola di Maio? eccolo!




h.max 4oo metri, sia chiaro!

06 febbraio 2007





eccoci qui ..
a scrivere per voi .. per noi .. per fermare il nostro tempo in immagini e parole . tempo apparentemente più lento, indubbiamente intenso . denso . azzurro .
oggi lunedì. riprendiamo attività dopo un fine settimana ventoso e un poco nuvoloso .
riprendiamo le attività, dopo la riunione di fine primo mese, per resoconto e confronto . bella riunione . bello il clima del dirsi quel che si pensa . lasciamo la casa di Rolli, lugar de reunião, un po’ più cariche.. per le cose dette, il bel clima, ma anche il desiderio, intenzione di fare bene ! ..di esserci di più ! ..di sentire il progetto ancora più nostro !
e questa mattina si ricomincia ! ..con i grandi . tra i giochi, nuova entrata: bola prisão, ovvero sia: palla prigioniera, nel gruppo di Anna e Marlene . Anna entusiasta: più partite per dare il senso del gioco e della regola, tema dominante in tutte le programmazioni . rispettare la regola permette di giocare bene … ce ne siamo accorti con bandierina, che venerdì scorso i bambini ci hanno chiesto di rifare quattro volte ! …bella soddisfazione !
altra novità è la danziña Tochi Ponta che ci hanno lasciato le meravigliose tre, ormai tornate tra voi in Italia. danziña sperimentata la prima volta nel quartiere di Pariba … che piace un sacco a tutti !
e da domani, altra novità ! ….si racconta !
cominceremo con i piccoli di prima e seconda, a raccontare una delle tante avventure di Elmer !
questa sera abbiamo preparato un bel cappello da raccontastorie per Marlene ! …arancione con i fiori azzurri …
abbiamo visto alla scuola materna, dove l’attività di lettura è già stata sperimentata con successo sin dai primi mesi del progetto, che anche i bambini grandi che capitavano lì per caso, rimanessero incantati da parole e immagini del libro . e ci capitava, stupite, di vedere anche le maestre incantate e attente ! anche questo ha spinto a proporre questa attività ai bambini un po’ più grandi, oltre all’utilità pratica di ridurre il gruppo di bambini giocanti… che sono tantiiiiiii (!)
…. quindi domani si comincia ! …vi diremo come andrà ! e, se andrà bene, proveremo anche con i più grandi . dalla prossima settimana .
Ps: questa sera io e anna, per sentire un po’ più nostro il progetto (!) (…toccava a noi !), abbiamo limpato o carro … più branco che mai !
E domani via, con il nostro carro, per il jardim de Calheta, con Telce, Marlene e Elmer in formato gigante (sagoma pazientemente disegnata, colorata, cartonata.. da Chiara) . Rolli sarà impegnato in riunione e pagamenti bollette !
1abbraccio stretto a tutti !
marianna

04 febbraio 2007



immagini da calheta

Pensieri di metà settimana destinati a una casa che mai come oggi mi appare tanto lontana
Pensieri che faticosamente ricercano emozioni affollate nella mente, come un gomitolo che lentamente si districa nella scrittura di questo blog…
E così parto dall’oggi, dalla giornata di Calheta e dalla sua disarmante desolazione
Bambini che non ci vedevano da due settimane, vale a dire dai nostri primi giorni sull’isola…una vita fa…bizzarra sensazione in un mondo che fa del tempo l’ultimo fra i problemi
E per noi che festeggiamo il quasi primo mese è tempo di superare l’incanto del viaggiatore curioso, tempo che si fa ogni giorno di più vita vera, fatta di difficoltà, ma anche momenti di riposo, controllo e superamento di nostalgie
Calheta, dicevo, il più povero tra i paesi stando a un documento della Camera Municipale
Ai miei occhi si apre come mondo di bimbi sperduti, dal sorriso incerto e dalle paure infinite. Paura di lasciarsi abbracciare, paura di cantare a voce troppo alta, paura di esultare lasciandosi andare come ogni bambino dovrebbe poter fare, paura di vivere un tempo per se stessi, paura di essere scherniti da adulti cresciuti troppo in fretta a cui sono mancati l’abbraccio, la consolazione, il sorriso complice. Il salto dai bambini di Vila è grande, lì tutti ormai ci attendono con trepidazione, ci salutano per la strada e sorridono al nostro passaggio. Riusciamo persino a dare appuntamenti fissi che vengono rispettati, lunedì e venerdì al campetto polivalente, mercoledì al quartiere di Pariba e i numeri crescono, la parola passa di bocca in bocca, le relazioni si stringono e ogni giorno ci sentiamo più parte di questo mondo, in cui le diversità dei primi giorni percepite come stranezze lentamente si trasformano in confortante quotidiano.
Calheta, sempre Calheta…la mattina partiamo per il breve viaggio, giusto il tempo di essere un po’ centrifugate da queste strade che impongono una rassicurante andatura crociera, superiamo Morro e le sue pacifiche mucche che sbadigliano al nostro passaggio, forse ci sorridono chissà ed eccoci a Calheta, i primi bambini ci guardano incuriositi, ci seguono fino allo spazio del gioco, una strada un po’ più larga delle altre dove oggi pare si siano date appuntamento tutte le poche macchine dell’isola! Iniziamo con il tanto acclamato tubarão alias sparviero, classico dei classici della “nostra” infanzia e poi via ecco uscire dai magici cilindri delle brincadeire i giochi più vari, ma che fatica sento…non è la stanchezza fisica delle prime settimane, quella è stata superata un poco alla volta, non capisco cosa c’è, ma qualcosa non gira come dovrebbe e così lentamente mi si insinua nella mente l’idea che siamo noi, con il nostro entusiasmo, il nostro gioco chiassoso, siamo noi che entriamo a rompere la desolazione di una giornata uguale a tante altre, siamo noi con i nostri “batti cinque” e gli abbracci e tutto il resto a stupire queste piccole donne e piccoli uomini chiamati ad essere di nuovo se stessi, a riscoprirsi bambini, ad abbandonare per un attimo i lavori di casa, il ruolo di sorella e fratello maggiore quando si hanno pochi anni in più dell’ultimo nato e riassaporare quant’è bello GIOCARE e condividere questa gioia con gli altri…
Strana deformazione la mia, finisce il gioco e una strana malinconia mi acciuffa, mentre le mie compagne di viaggio e d’avventura si lasciano travolgere dalla bellezza del vissuto, dall’adrenalina di aver ben gestito numeri enormi (nel pomeriggio arriviamo a ottanta meninos!) che ci impongono una salvifica divisione in gruppi più piccoli che al tempo stesso è impegnativa lontananza …mi lascio cullare dai loro racconti e lentamente riemergo dall’apnea, ricordo le parole di Silvia, Alice e Francesca quando parlavano
dell’ importanza dell’ ESSERCI, ricordo quanto fosse per me concetto vago e poco significante immersa come ero e come era giusto che fosse nella mia vita italiana… e così il viaggio ricomincia, la malinconia lascia il posto al dolce tepore di una giornata difficile da spiegare a parole, ma che forse è semplicemente un’ altra prova superata, un altro mattone che si aggiunge all’impresa che costruiamo giorno per giorno, insieme.
A voi tutti che ci leggete e ci pensate mando un abbraccio di cuore
Anna