30 novembre 2006

L’ISOLA CHE NON C’E’: IL COCCODRILLO

“Che strano aggeggio: rotondo, ben levigato, lucente... Nel mezzo, dei segni circolari e due stanghette che si muovono ritmicamente, producendo quello strano ticchettio... Chissà che gusto avrà?”. Il coccodrillo osservava incuriosito e un po’ affamato quel piccolo orologio a cipolla e ad un tratto spalancò le sue enormi fauci... GNAMM! In un solo boccone quel prezioso strumento scomparve nella sua bocca famelica, nella quale nessuno avrebbe mai osato infilare la mano per recuperare l’unico orologio dell’isola... nemmeno il nostro temerario Peter Pan! Il tempo era perso per sempre!!! Perso?!?

TIC TAC... TIC TAC...
Il coccodrillo è sempre qui, sull’isola che non c’è, la sua pancia continua a ticchettare e il tempo continua a scorrere inesorabile... ma ormai nessuno lo può più misurare... perso per sempre? Forse no, perchè ora tutti ne possono avere quanto ne vogliono!
Tutto qui sembra essere soggettivo: lo stesso tramonto può durare 5 minuti o 5 ore; nessuno arriva mai troppo tardi per una festa perchè questa comincia sempre al momento giusto! C’è sempre tempo... per arrivare... per fare... per andare...
L’attesa non è più un’attesa: è un AVERE del tempo per fare qualcos’altro... per passeggiare, chiacchierare, conoscere, salutare, giocare, osservare, imparare... Un nostro amico capoverdiano rispondeva con un sorriso alla nostra domanda: “A che ora inizia il concerto venerdì?”... “Eu nao sei” sorrideva “aqui em Cabo Verde nao ha orario”. Qui, sull’isola che non c’è, sembrerebbe davvero esserci tempo per tutto: per lavorare, certo!... magari però con un ritmo lento e sereno... e poi per salutare chi passa e, perchè no, scambiarci pure due parole; il tempo per riposare all’ombra durante il primo pomeriggio, quando il sole è sempre troppo caldo per tutto, anche alla fine di novembre; tempo per una partita a carte o a “uril”, tempo per una corsa in spiaggia, per un tuffo mentre cala il sole... tempo per coccolare il proprio bimbo mentre, sotto una pianta nella via centrale, si vende pesce fresco di giornata... tempo per fare un salto a giocare con noi, mentre si accudisce il proprio fratellino o si svolge una commissione per la mamma.
“A voi Dio ha dato i soldi... a noi ha dato il tempo!”... e noi, approdati qui due mesi fa con i nostri (quattro) soldi, stiamo cercando di apprendere il “segreto” del tempo... noi con i nostri begli orologi precisi, noi un po’ infastiditi da quel coccodrillo ticchettante che sembra essere sempre troppo frettoloso, troppo vicino... noi con i nostri calendari, le nostre programmazioni, i nostri calcoli, il nostro incastare un impegno dopo l’altro con un’arte tutta occidentale...
Ci stiamo provando!... e a volte riusciamo a sentire quel ticchettio un po’ più distante, a lasciare che sia il tempo a decidere per noi, accogliendo serenamente gli imprevisti che quest’isola ogni tanto ci riserva! Certo, non è così facile quando si tratta di lavoro ma qui, questa sera, su questa spiaggia, il coccodrillo sembra così lontano... niente più tic tac, solo il rumore del vento e del mare... E questo tramonto, questa sera, sembra non finire mai... è ormai buio ma il cielo continua ad infuocarsi mentre le onde si fanno sempre più alte... e vicine! Chissà se durerà finchè io resterò qui seduta a guardarlo?

Ps: Quel tramonto è finito ma qui, sull’isola che non c’è, la magia continua! E così, anche una piccola anima, ancora senza nome, ha ricevuto il dono del tempo... una vita intera, tutta da sorridere, soffrire, amare... una vita tutta da VIVERE! Grazie a Deus!!!

Silvia

27 novembre 2006

figueirafest

A mi’n tchuma Silvia e a mi’n foi na festa na Figueira
Figueira...un paese che ogni volta si trasforma:
paese di passaggio nelle nostre giornate dedicate a Ribeira e ad Alcatraz, con la sua via principale che lo sfiora, permettendoci solo di vederne la chiesa, qualche casa e salutare i pochi bambini che vi incrociamo;
paese dei “balocchi” quando, quella stessa via, si trasforma nel nostro luogo d’attività: un grande cerchio di bambini che, con entusiasmo ed energia, cantano e ballano con noi le danze che aprono e chiudono i nostri giochi, gruppi di bambini seduti per terra, o disposti in fila, o divisi in due campi che giocano, stanno insieme, si divertono...
paese di festa: i giorni precedenti sono carichi di preparativi: si lavano le stoviglie migliori, si pulisce la casa, ci si acconcia a vicenda, si appendono bandierine colorate per le vie, si allestiscono “stand” dove verranno venduti birra e grogue, e dove, in grossi pentoloni, verranno cucinati fagioli, riso, patate e carne che domenica tutti mageranno gratis! E poi, nei giorni della festa di Cristo Re, tutta la gente dell’isola si precipita in questo paesino...la musica riempie tutte le case, tutte le strade...tutte le anime! Ballano tutti, giovani, adulti, anziani...forse qualcuno beve un po’ troppo...ma l’aria che si respira è di cordialità, amicizia, accoglienza: tutte le case sono aperte per tutti...tutti i saluti e i sorrisi sono per tutti...
oggi, lunedì, non ho visto Figueira, ma so che lì nessuno lavora, è un giorno di “descanso”...domani la festa sarà finita, ma Figueira...sarà ancora un’altra Figueira...

A mi’n tchuma Francesca e a mi’n foi na festa na Figueira
Domenica pomeriggio; da tre giorni la festa scorre nelle vie di Figueira, è strano pensare che è lo stesso posto dove tutti i giovedì giochiamo con i bambini e le bambine.Ovunque musica, danza, “comida” (cibo) e, in mezzo a tutto cio’, tre fantastiche donnette un po’ attempate dimenano i fianchi con in mano una bandiera su cui raccogliere offerte. Non è possibile resistere alla tentazione di unirsi alla loro danza e respirare con loro la gioia di questi giorni!

A mi’n tchuma Alice e a mi’n foi na festa na Figueira
Eccomi...la mia voce alla festa. Il mio modo di camminarci dentro, di salutare i tanti bimbi dei quali ora sappiamo i nomi, il mio accogliere gli sguardi delle persone che adesso, in questi giorni così particolari, sembrano avere occhi un po’ diversi.
Occhi di chi ha compreso il perchè siamo qui, ma ancora vede il colore della nostra pelle, occhi degli adulti che ora sanno che giochiamo con i loro bambini e che sono felici di invitarci ad assaggiare una fetta di torta in casa loro. Occhi dei bimbi che vedono arrivare il “carro branco”, il nostro furgone, e però sentono che non siamo lì per giocare, ma comunque per stare anche con loro. Occhi dei ragazzi e immediatamente prima anche quello delle ragazze, naturalmente, come è in ogni parte del mondo. Occhi di qualche amico e qualche amica che ci vede con una “divisa” diversa, occhi nostri che ci guardiamo uscire senza più pantaloncini e bandana, ma con gli orecchini pendenti e il lucidalabbra. E sguardo mio su tutto questo, sguardo su questa festa bellissima, che è stata tante cose tutte insieme, che è stata possibilità di sentirci ancora più familiari con questo posto, momento di riposo dagli incontri con i bambini, ma sempre nel nostro pieno e incredibile modo di essere qua. Sensazione di essere in vacanza senza la provvisorietà che caratterizza le vacanze...quasi sensazione di stabilità...situazione nuova, ma meravigliosa, festa di un paese che ha messo in moto tutta quest’isola...e anche noi.

26 novembre 2006

un pensiero per voi




Visto che il tempo lassù al Nord comincia ad essere inclemente, ho pensato di farvi cosa gradita (e anche molta invidia) nel riproporvi la spiaggia dove anche oggi abbiamo passato un pomeriggio splendito. Spero siate contenti per noi!

23 novembre 2006

ringraziamenti

Chiedo scusa atutti coloro che seguono il nostro Blog per l'uso improprio che ne sto facendo ma è assolutamente necessario che ringrazi pubblicamente l'Arci di Varese, e in particolar modo Veronica M. per l'innumerevole serie di iniziative che stanno organizzando per la raccolta fondi che permettono a noi di "svernare" a Maio conducendo questo progetto. A loro sono dedicate le fotoscattate oggi a Figueira in occasione della preparazione della festa che si terrà in questo villaggio questo fine settimana.
Grazie di nuovo!!!

Ciao ragazzi!
Purtroppo il tempo sta cambiando, è arrivato il famoso vento che ti fa asciugare i panni in dieci minuti (unico lato positivo), che fa venire le onde alteeeeeee e che se non ci stai attenta ti fa ammalare.........infatti, eccomi qui! Appena ripresa da un’influenza di 5 giorni.
Tanto per cominciare:
Grazie mille ai miei angeli custodi che mi hanno coccolato, viziato e che quotidianamente mi fanno sentire a casa!

A proposito di casa mi piacerebbe presentarvi bene la nostra splendida dimora:
-scale di ingresso
-ingresso: cucina luogo più vissuto di tutta la casa..........ahah se i muri potessero parlare!!!!!!!
-bagno del piano terra
-camera a piano terra dove dormono Silvia e Alice
-balcone esterno dove tutte le mattine ci godiamo la colazione;
e ora passiamo al piano superiore che, da quando è partita Francy Mora è diventato la mia depandance.....
-cameretta
-bagno
-divano
-balconcino per stendere
bhe che ne dite?
Francy

p.s.Finalmente Mario e Ornella sono tornati; a noi sono mancati tanto ma il vuoto lasciato dalla loro partenza ha colpito in particolare Poldo, il loro cagnolino che in queste settimane ne ha combinate davvero di tutti i colori.........L’ultima, significativa: si è mangiato un cactus, sì l’ha addentato e l’ha strappato dalla radice. Io mi chiedo: è possibile portarsi a Capo Verde un cane che ha paura del vento e ha golosità di questo tipo?!

22 novembre 2006




Immagini dall'isola: festa a figueira
sagrestia
volto

19 novembre 2006

Ines.
“Posso venire in vacanza con voi?”
“Sì, penso di poterti mettere in valigia e caricare sull’aereo...”
“Che paura! E se cado?”
“Ma no....guarda in cielo, ci sono tante cose che ci stanno e non cadono: le farfalle, le nuvole, gli uccellini...”
...
“Non posso venire...”
“Perchè?”
“Perchè qualche volta le stelle cadono...e io sono una stella...”

Racconto di bambina che vive su quest’isola, felice. Chiacchierata di ogni sera quando rientriamo a casa. Motivo per cui siamo qui.

Escono pastelli e fogli dalla scatola
César voleva fare un disegno.
“Non lo so fare” disse ai colori.
Poi si tuffò.
E sul foglio c’era un tronco gigante,
tronco di un albero rosso e rosa.
Bellissimo.

César, bambino a Cascabulho, sorriso bellissimo, bianchissimo, anche se raro. Cerca le mani degli altri bambini molto più delle nostre. Motivo per cui siamo qui.

Mochilas.
Cartelle, piccoli zaini.
Dentro: un asciugapiatti come tovaglia, una piccola bottiglia d’acqua.

Il bicchiere è sempre mezzo vuoto o mezzo pieno?
Entrambi, motivi per cui siamo qui.

Io.
Sapere di potermi creare un pezzo di mondo in ogni continente,
essere un pezzo di mondo vagante.
Una zolla di terra che si è staccata dalla propria placca grazie alle vibrazioni di ciò che la circonda.
E ora viaggia e si scontra e si incontra con altre zolle.

Bellissima emozione di “kulor café”, color caffèlatte, voglia di mischiarsi, di “misturar” ciò che si è con ciò che qua già è. Motivo per cui siamo qui.

Imar.
Già uomo visto tra gli altri bambini.
Fa i rumori con la voce, si prende gioco del mondo.
E la sera, con gli occhietti piccoli di chi ha tantissimo sonno,
ed è un bambino pure lui,
si siede in braccio e
si lascia cadere la testa e gli occhi.

Bambini che sono davvero bambini, consapevolezza della loro condizione di piccoli che spesso mi manca. Giocare con loro e poi rendersi conto che le coccole, il solletico e le linguacce sono universali. Motivo per cui siamo qui.

Eliseu.
Bimbo seduto sul muretto con le carte in mano.
Se sorride chiude gli occhi, come un imbarazzo.
Mi vede arrivare e un po’ di paura ce l’ha.
Il suo papà lavora anche il sabato.

Motivo per cui siamo qui...non si possono confondere i bambini, non si può pensare che uno sia uguale a un altro, non ci si può dimenticare di nessun nome.
Nomi...con dentro le persone...motivo per cui siamo qui.
Grazie. alice

16 novembre 2006


Volti, ieri a Cascabulho



15 novembre 2006

... e comunque le foto le beccate ugualmente: volti di oggi a Cascabulho.
P.s. tanto non riesco a caricarle, sarà per domani.

Questa volta pensavo di cavarmela “semplicemente” con delle foto e saltare il testo; il progetto e la sua realizzazione si sono ormai incamminati su un binario che, seppur con l’entusiasmo e la gioia di sempre, si replica giorno dopo giorno; cambiano solo gli scenari, una materna invece che il gruppo delle elementari, Barreiro invece che Figueira o Morrinho, Jailson e Elena invece che Nunu e Zemaria... e continuano gli incontri con la popolazione ma...
Ma oggi sono accadute due cose nuove.

Primo episodio
Sono venuto a conoscenza da parte delle ragazze che alcuni “Brancos” (?) hanno regalato ad una scuola materna dell’isola 4 computers usati. Potete immaginarvi che utilità potranno avere 4 computers in una scuola materna dove manca completamente il materiale didattico di base, dove l’insegnante sicuramente non è in grado di usarli (quantomeno non quattro contemporanamente) e dove, udite udite, non esiste l’impianto elettrico, così come in tutte le altre scuole materne ed elementari dell’isola. Ma se questo “regalo” l’avesse fatto un vostro conoscente non smettereste quantomeno di rivolgergli il saluto e di mandarlo... a quel paese? Aveva forse ragione Costanzo quando affermava che la mamma degli imbecilli è sempre incinta?

Secondo episodio
Oggi incontro con la popolazione di Cascabulho e, dopo la solita presentazione del progetto (oggi a dire il vero più incisiva e dettagliata) da parte dell’Assessore ed il mio intervento che entra un pò più nello specifico, una signora interviene con veemenza , parlando esclusivamente creolo e quindi a noi incomprensibile, indicandomi continuamente con il dito, fissandomi negli occhi, ripetendo “os brancos”, strattonandomi per il braccio, additandoci all’Assessore ed alla delegata del Ministero dell’educazione.
Il panico serpeggia fra le nostre file, cosa starà dicendo?, quale accusa ci sta muovendo? Telse, Marlene traducete immediatamente cosa ci sta dicendo, dobbiamo capire, difenderci se necessario, portare le nostre giustificazioni e spiegarci meglio.
Telse e Marlene sorridono, traducono a spizzichi, non ci rendono comprensible ci che avviene finchè, ma sono passati molti minuti, non ci rendiamo conto che la signora ci sta lodando, ringraziandoci per il lavoro svolto nei confronti di tutti, poveri e ricchi, additandoci ad esempio all’Assessore ed alla Delegata all’educazione che, a loro dire, si comportano in modo inadeguato, non soddisfano i bisogni ecc... ecc....
Respirone di sollievo, i nostri sguardi, dapprima incerti e spaventati si rilassano, sorridiamo e cominciamo ad essere oggetto di ringraziamento da parte di tutte le donne presenti, grandi strette di mano, “obrigada” a non finire.
Io non so se da un punto di vista educativo il nostro intervento è centrato, lo vedremo, certo la modalità e la qualità della relazione che siamo in grado di esprimere, con bambine/i e con gli adulti, lascia il segno.
A proposito va detto che oltre il 90% delle persone che partecipano agli incontri sono donne, a sottolineare quali siano le reali risorse di Capo Verde: as mulheres!!!
Poi tutti finalmente a casa, siamo usciti stamane alle 9,05 e rientriamo ora, alle 19,00 soddisfatti e anche rimborsati.
Domani è un’altro giorno si vedrà....
Rolli

14 novembre 2006




"assaliti" dai bimbi in attesa della riunione con la popolazione di figueira.

12 novembre

Ciao gente!
Tengo a precisare che la volta scorsa davo il mio contributo durante la riunione ma questo non mi ha impedito di capire di cosa si parlava!
Per quanto riguarda la protezione solare sono ben alla 15 ora scendere è impossibile........qui si trova solo la 20 (dai nostri amici cinesi peraltro). Parlando di cose serie anche la settimana prossima avranno luogo le riunioni con i genitori a Morrhino e Cascabhulo dopodichè tutta la popolazione saprà bene il perchè siamo qui. L’incontro più interessante è avvenuto ad Alcatraz, che si potrebbe definire, insieme a Pilao cao, il villaggio più isolato. Lì due genitori, in creolo, ci hanno spiegato che solo ora, dopo averci conosciuto ufficialmente, lasceranno giocare con noi le loro bambine e i loro bambini; prima non glielo permettevano per diffidenza: anni fa sull’isola ci sono stati casi di pedofilia.
Questo week end è stato particolarmente impegnativo dal punto di vista lavorativo,sabato mattina abbiamo fatto attività con i bambini di Morro, di pomeriggio abbiamo partecipato alle riunioni e domenica mattina abbiamo preparato le nuove attività per la scuola materna: un gioco con la musica e un disegno da colorare con le palline di carta velina. Domenica pomeriggio massimo relax.........................tutti al mare!
Ora vi saluto, per concludere in bellezza questo fine settimana andiamo a mangiare la fagiolata.......buon appetito!
Ps lunedì 13
La cena era molto buona, ci siamo concessi anche il gelato, vi faremo sapere se la pagheremo cara!!!!!!!!!!
Francy

10 novembre 2006





quotidianità "rubata" a Morrinho

















8 novembre Ore 9.36:

Ciao gente,
vi scrivo dal nostro traballante ludo-biblio bus, mentre Alice lo conduce con cautela su questa pista polverosa in direzione Pedro vaz.
Anche oggi siamo schiacciati tra decine di palloncini, il materiale di questa Unità per il lavoro di “psicomotricità” delle materne........ Anche oggi ci attende una lunga giornata: mattina (appunto) alla materna, pomeriggio attività in strada con le bambine e i bambini della scuola primaria, e di seguito (ore 17.30) riunione con la popolazione di Figueira. Ebbene sì, finalmente ce l’abbiamo fatta! Per quasi tutta la settimana, dopo le attività, stiamo incontrando le famiglie di quei piccoli “birbanti” con cui giochiamo quotidianamente. E’ strano, dopo essere stati per strada con loro, ritrovarsi nella loro scuola: un’aula spoglia, così diversa dalle nostre, eppure già così “nostra”; ritrovarsi in mezzo ai loro genitori cercando di individuarne le somiglianze, di indovinarne i pensieri. Capita di dimenticarsi di essere stranieri e ci si sente un po’ a casa: il costo troppo alto del trasporto scolastico, le lamentele per promesse non mantenute... Poi si comincia a parlare di noi, del nostro progetto e da qui altri pensieri: pensieri (forse) di curiosità nei nostri confronti, di preoccupazione per l’educazione dei loro figli... occhi attenti che indagano, che scrutano, che cercano tra le righe una parola di speranza, che chiedono un po’ di aiuto. Molti di loro esprimono bisogni materiali, loro che hanno così tanti figli da mantenere, da nutrire, da mandare a scuola, tanti figli a cui cercare di offrire un altro futuro, nuove possibilità.......... ma tutto ciò sembra così difficile, quando non si hanno 1.000 escudos (meno di 10 euro) al mese per garantire il trasporto scolastico al poprio figlio che si reca a Vila per frequentare il liceo!... A volte penso che sia difficile per loro capire il nostro progetto, i nostri obiettivi, il nostro lavoro: un aiuto così poco “materiale” che forse risulta difficile vedere come aiuto, soprattutto quando, appena prima di noi, è uscita da quello stesso asilo una “ricca benefattrice” straniera che ha donato armadi, appendini e mensole in legno, nuovi di zecca!
Durante ogni riunione viene sottolineata l’importanza del gioco, soprattutto di quello con fini educativi; viene ribadito che giocare tenendo presente certi valori fondamentali, aiuta le bambine e i bambini a scoprire le loro capacità e possibilità, a svilupparle, a renderli un po’ più felici per diventare donne e uomini migliori.
Viene sottolineata l’importanza della lettura e del fatto che i libri arrivino nei vari paesi grazie alla nostra (futura) biblioteca mobile, perchè la scuola ha pochi testi a disposizione, e i bambini in casa hanno raramente del materiale con cui esercitarsi a scrivere e leggere...

9 novembre ore 23.50:
Dopo quest’altra intensa giornata, sono qui, davanti a questo schermo, tanti pensieri che frullano in testa, tanta voglia di riordinarli per condividerli con voi, così lontani da questo mondo che ormai un po’ vi appartiene.
Oggi altra materna: la stessa fiaba, gli stessi palloncini, ma altri occhi, altri disegni, altri modi di ascoltare, di capire, di giocare...
Altri gruppi di ragazzi in strada: i nostri giochi, i LORO giochi, le nostre danze (bans), i LORO canti, i LORO ritmi; qualche bambina gioca coi nostri capelli, intrecciandoli, pettinandoli, accarezzandoli, forse stupita di vederli così biondi, così lisci e morbidi (non i miei, naturalmente!!!)... momenti di condivisione in cui ognuno si spoglia del proprio ruolo e mette in campo solo sè stesso, con la stessa voglia di imparare e di insegnare...
Altra riunione: l’ennesima aula spoglia, altri volti, altri occhi... nuove discussioni sul trasporto scolastico. Stasera Rolli chiede ai genitori cosa pensino del nostro lavoro; una signora risponde: “Stà bom!”; un signore anziano parla della povertà di questa terra... nuove richieste di aiuto! Alla fine, come ogni sera, l’assessore dona da parte della Camera Municipale del materiale scolastico per ogni alunno (un quaderno, una penna, una matita e una gomma) e mentre la luce del giorno va scomparendo, tutti si riversano sulla strada, commentando l’esito dell’incontro in una lingua per noi ancora incomprensibile! Chissà quante domande non espresse in quella stanza, quanti dubbi, quanti perchè... Guardo quei volti, alcuni sorridenti, altri ancora un po’ imbronciati, e mi chiedo cosa pensino realmente di noi, mi chiedo quali siano i loro reali bisogni, quale sia il confine tra la reale necessità di aiuto economico e la necessità di qualcos’altro... Molti bimbi sono lì fuori che attendono la mamma o il papà; forse qualcuno attende noi, per dirci ancora una volta “Tchau! Atè a proxima segunda-feira!”, per cantarci o sentirci cantare ancora una volta “Oh Alele!!!”.
Chissà se sarà maggiore il loro bisogno di un quaderno e di una penna per migliorare la propria scrittura, o il loro bisogno di qualcuno che passi un po’ di tempo con loro, cercando di ascoltarli, di guardarli negli occhi uno per uno, cercando (a fatica) di ricordarsi i loro nomi... Chissà se è più importante per loro avere un libro da portare a casa per esercitarsi nella lettura, o avere qualcuno che abbia voglia di ridere, di giocare con loro per un po’, semplicemente perchè sono delle persone importanti per cui vale la pena di investire del tempo...
Forse la risposta sembra scontata, ma questa notte, nel silenzio di questa casa, interrotto di tanto in tanto dal brontolìo del nostro super-frigorifero (c’è ancora la corrente!!! e vi sembra poco???) niente mi sembra più così scontato...
Scusatemi se interrompo qui i miei pensieri e il mio blog... è ora di staccare la spina (in tutti i sensi)!
Scusatemi per questo scritto così breve e forse un po’ confuso (in realtà è risultato da un “lavoro” a 3 mani e mezza: Franci si sentiva talmente a casa alla riunione di oggi che, invece di cercare di capire i motivi delle dispute, si è bellamente dedicata alla stesura di alcune di queste righe)...
So che mi leggerete comunque e che, comunque, ancora una volta vi sentirete un po’ più vicini a noi, a questo mondo, a questi bimbi così poveri ma così ricchi...
Boa noite a todo mundo!
Um beijo e um abraço.
Silvia (e Franci)

08 novembre 2006

cia francesca mora

visto che il blog su francesca è misteriosamente scomparso, provo a ricaricarlo.



Ieri è stata la giornata contrassegnata dalla partenza di Francesca mora che ha ormai terminato, con profitto, il proprio lavoro di indagine relativo ad un possibile progetto di turismo sostenibile sull’Isola di Maio.
Il saluto all’aereoporto non è stato facile (e come poteva esserlo dopo aver vissuto insieme sei settimane in cui sono stati condivisi momenti emotivamente molto significativi).
In noi c’era per altro un po’ di invidia nei confronti di Francesca che domenica rientrerà tra i suoi affetti, ma anche la consapevolezza che fra qualche giorno lei ci invidierà ricordando con gioia ma anche con nostalgia i giorni sull’Isola di Maio. C i a o F r a n c e s c a
Dopo le “liriche”delle ragazze degli ultimi blog, tocca a me riportare l’attenzione sul nostro “lavoro”, diversamente coloro che ci leggono, fra cui anche le Istituzioni finanziatrici del progetto, penseranno davvero di aver finanziato le nostre vacanze.
A parte i soliti interventi con i bimbi e ragazzi delle scuole materne, che proseguono ininterrottamente dal lunedì al sabato, l’episodio significativo della settimana è stato l’incontro con l’assessore alla Cultura di Maio; a lui abbiamo espresso i nostri dubbi circa il rispetto degli impegni presi da parte della Camera Municipale e relativi all’informazione sul progetto verso i cittadini e l’avvio di percorsi di confronto tra tutte le componenti dell’isola che sono coinvolti nei processi educativi delle bambine/i e ragazze/i dell’Isola (ministero dell’educazione, insegnanti scuola primaria, monitori scuola materna, famiglie ecc...). Il risultato è stato l’assunzione dell’impegno, da parte dell’assessore, della stesura di un piano di incontri con tutti gli altri soggetti coinvolti nel progetto: rimaniamo in attesa.
Nel frattempo come dicevo, proseguono gli incontri con i ragazzi, sempre all’insegna dell’allegria e del divertimento (non solo loro, ma anche nostro, nonostante la fatica, sia fisica che intellettuale pensando che gli interventi sono il frutto di programmazione, scambi e confronti continui fra di noi e fra noi ed i nostri collaboratori Telçe e Marlene)
Sempre più spesso incontriamo gruppi di ragazzi e bambini che al nostro passaggio intonano i nostri “bans”, ci salutano urlando i nomi delle tre “eroine” le quali, acclamate dalla folla, si affacciano dal finestrino del nostro bus e la “benedicono”.
Stamane, sabato, ultimo intervento della settimana a Cascabulho e poi... tutti al mare. Ah già, dimenticavo che da voi il tempo sta iniziand ad essere poco favorevole a costumi, creme ed abbronzature. Peccato!!!...pensate che Francesca bionda sta pensando proprio in questi giorni di passare dalla protezione 40 alla 25; ce la farà?, non ce la farà?, vi terremo informati.
Un saluto a tutti
Rolli

07 novembre 2006






















Coltivazioni nell'oasi di Ribeira do Joao: banane, canna da zucchero, mango

Olá a tudos...
Rieccoci...e naturalmente rieccomi...questa volta il blog tocca a me, ne sono felice, e vi devo raccontare qualcosa di importante, perciò, chi non ha tempo per i pensieri non lo legga con attenzione, lo lasci scivolare...e chi invece ha deciso di entrare di nuovo in questo mondo in cui viviamo, si lasci trasportare dalle idee, dai sogni, dai pensieri che questa sera sembrano arrivare direttamente con le onde.
Chegar e sair...sair e chegar...
Arrivare ed andarsene, uscire e giungere, esserci e partire...
Onde che arrivano e se vanno cambiando ogni volta tutto ciò che c’è.
Gesti che escono dalle mani e giungono in altre mani, in altre teste, oltre altri confini.
Parole che dicono di esserci e sensazioni da partenza.
Questi ultimi giorni sono stati davvero intensi, particolarissimi, in casa si respirava un’aria diversa e anche con i bimbi tutto si trasforma ogni giorno, tutto cambia, come con l’arrivo delle onde. Nell’ultima settimana le attività sono andate davvero bene, con qualche difetto che si può sempre migliorare, come in ogni cosa, ma anche con tante prospettive nuove, con tante idee, con tanti progetti dentro un progetto.
Giovedì pomeriggio (3 novembre) abbiamo incontrato Geronimo nella riunione ufficiale che vi avevamo annunciato e, nonostante le fatiche che nascono dal condividere un progetto così ampio con persone di una cultura diversa, siamo riusciti a comunicare le nostre esigenze e le nostre proposte. E già stamattina, attraverso la nostra Marlene, ci è giunto il calendario delle riunioni di questa settimana. Incontreremo, assieme a Geronimo, le persone di quasi tutti i villaggi. Immagino saranno principalmente genitori dei bambini con cui giochiamo ogni giorno, insegnanti della scuola e dell’asilo, e qualche altro “interessato”, almeno credo! Mi stupisce pensare di incontrare queste persone per raccontare del progetto, entrare pienamente nei loro paesi per farci conoscere un po’ di più...eppure mi scatena anche tanti pensieri, tanti dubbi...perchè, come scrivevo all’inizio, qui si tratta ogni mattina di scegliere di esserci, di arrivare, di partire dalla propria casa e dalla propria cornice per buttarsi in questo mondo, qui ogni mattina si sceglie di stare su questa barca, di remare, di mettere in gioco tutte le proprie energie per continuare ad andare. Tutto questo mi scombussola...e questa sera, un’altra volta senza luce (!), i pensieri sono tanti, soprattutto quelli sul significato dell’essere qua, dell’esserci, dello stare su questa grande barca che già è in mezzo al mare. I finesettimana diventano per me sempre occasione di pensiero, soprattutto qui, dove tutto si vive fino a sentire “il fondo del bicchiere”, dove posso prendermi tutto il tempo che voglio per restare SOLO a pensare. E anche questo weekend appena finito è stato importante. Importante per vedere i bambini e le bambine di Cascabulho, perchè avevano perso l’incontro mercoledì 1 novembre, importante per capire come ci attendono in questo paese dove andiamo solo una volta ogni 15 giorni, importare per poter invitare a pranzo al volo 2 amici, uno aveva pescato i “ciciarin” per noi, e l’altra li ha cucinati, importante per mostrare loro casa nostra e sentirsi chiedere se “qui” avevamo sempre l’acqua corrente in casa...domande che a voi che state a casa possono suonare banali, ma qui danno davvero la dimensione del dove siamo, e mi fanno sentire impotente quando vengo a sapere che, in centro città, sono rimasti 2 settimane completamente senz’acqua...sabato importante per trascorrere un pomeriggio a chiacchierare in spiaggia, Francy, Rolli ed io; mentre Silvia dedicava un po’ di tempo alle amiche che la sono venuta a trovare. Sabato sera noi donzelle abbiamo “abbandonato” Rolli per andare ad una festa a Figueira, tantissimi balli e pure qualche amico che già conosciamo. Belle sensazioni di familiarità con questo posto, sentiersi meno straniere in quest’isola...
E poi, domenica importante. Domenica strana perchè tutti abbiamo fatto qualcosa di diverso. Domenica di separazione, credo anche per irtrovarsi, con se stessi, con noi. Quello che vi posso raccontare è che la mia è stata proprio ricca. Tantissimo oceano, tantissima spiaggia, sole splendente. E bei racconti delle persone che erano con me, sentire di avere il tempo per conoscere chi “c’è”, assaggiare il mix “vino-cocacola”, perchè dicono che si senta un certo brio (!), provare a capire il creolo e poi farsi raccontare di come si vive qua, davvero. Sentirsi chiedere come si va a scuola in italia, dove si abita, chi lavora...e sentirsi dire che è curioso osservare l’atteggiamento che abbiamo nei confronti dei bambini, il nostro ascoltare e osservare ciò che fanno. E io che provo a spiegare, in uno stentato portoghese, che è il nostro modo di dare loro un valore, un’importanza...e poi scattano i dubbi, i pensieri...quelli che ti chiedono “perchè siamo qua?”, quelli sul significato di tutto il nostro agire, del nostro remare su questa barca...il senso dell’essere in terra straniera a proporre qualcosa di assolutamente nostro, eppure così necessariamente universale...bah...ora vi lascio...se avete risposte, spunti, riflessioni a riguardo, ve ne prego, scrivete...perchè anche qui sento il bisogno di ascoltare ciò che un altro pezzo di mondo ha da dire...
Alice

“E tu scrivimi, scrivimi, se ti viene la voglia. E raccontami i sogni che fai...” (f. De Gregori)

05 novembre 2006





Cascabulho city: l'università, il corso principale e una viuzza caratteristica interna (unica)

01 novembre 2006

forse riusciamo a caricarle questa volta, forse

















sabato mezza festa, domenica festa e lunedì...si ricomincia